IL BEALE DI BOREGAL - 02/09/2020 NE - BoHr

Bohr era strano, certo, ma non era stupido. Aveva una certa esperienza in merito al prossimo, anche se a volte ancora faticava nel capire certi atteggiamenti. Rimase in silenzio, nascosto dietro quei suoi occhiali  così strani. I suoi compagni che lo conoscevano sapevano che quella che poteva sembrare inattività esteriore era in realtà uno spostare l'attenzione all'interno, laddove la sua mente stava facendo ipotesi, stava pensando ad azioni e reazioni, come in una partita a Squaki, un antichissimo gioco di tattica e strategia di cui Bohr era appassionato da sempre.

Cosa dire? Cosa Fare? Cosa comporterebbe il mio dire questa frase, piuttosto che quest'altra? E avanti così. Queste erano le domande che Bohr stava ponendo a se stesso in un monologo interiore.

Stava quasi diventando inbarazzante quel momento quando il Seskii si avvicinò alla gamba del Tech per dargli una sorta di colpetto con il muso. Il Seskii in qualche modo sapeva (come, non era dato saperlo) che a volte il suo amico aveva bisogno di quella bottarella per uscire da quello stato catatonico, altrimenti, avrebbe potuto protrarlo per ore.

Bohr quasi scosse la testa e tornò nel mondo "normale".

Si voltò verso la folla, dando le spalle a Patel e Seria. Sollevò con una mano il bastone che portava sempre con sè ed aprì il palmo dell'altra mano, anch'essa sollevata in aria. Con voce solenne e profonda tuonò "Questi due ragazzi sono sotto la protezione degli spiriti della terra, qui lo dichiaro e qui lo dichiaro e lo dichiaro ancora. Avendolo dichiarato per tre volte qui lo affermo e quando Bohr afferma Bohr agisce di conseguenza. Che nessuno osi fare del male a questi due cavalieri. Coraggio. Ite."

Quella sceneggiata di Bohr sarebbe bastata a convincere i vari pellegrini ad allontanarsi? Si era intravista la clamorosa insicurezza che lo attanagliava? 

Si voltò ancora una volta su se stesso e questa volta lo fece dando molta enfasi al movimento, lasciando che le larghe vesti si gonfiassero al vento al fine di dare maggiore cerimoniosità alle sue parole. Sperava che quella sceneggiata, la presenza di Schroedinger e di Kambrian fossero sufficiente a disinnescare qualsiasi desiderio di giustizia privata di qualche testa calda.

"Orbene, ordunque, coraggio, parlate! Parlate rapidamente perchè non so quanto questa mia sceneggiata li terrà a bada. Se volete che vi aiuti, e voglio farlo perchè mi siete simpatici, dovete dirmi la verità!"  disse sottovoce il Tech ai due giovani, passando lo sguardo da uno all'altro per finire con la bestia a cui la giovane era appoggiata con una mano.

Il suo sguardo rimase poi fermo sulla giovane. Piegò la testa verso destra. Gesto che tendenzialmente faceva sempre quando era in attesa di una risposta da parte di qualcuno.


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