IL BEALE DI BOREGAL - 02/09/2020 NE - GaMe MaStEr

"Lo era fino a qualche tempo fa..." chi aveva parlato era l'ultimo viaggiatore che aveva parlato. Un uomo dalla lunga capigliatura bianca, la barba rossa ed un grosso cappello a tesa larga che risultava essere tutto sgualcito, ma che aveva una sorta di meccanismo ben visibile sul lato destro.

"Sono diversi mesi che la zona è diventata pericolosa... sembra che gruppi di spazzini abbiano preso di mira questa zona... anche se io penso si tratti di qualcosa di non umano...". continuò l'uomo in risposta alla domanda di Koli.

"Molti sono morti nelle maniere più strane. Sempre di notte, con il favore delle tenebre. Si dice gli spazzini si muovano sempre in gruppo, almeno cinque o sei persone. Le vittime erano quasi sempre sole o in coppia. Ecco perchè sono diversi mesi che si cerca di accamparsi insieme, in modo da potersi proteggere a vicenda".

"Bisogna prestare molta attenzione..." concluse.

"Qu-Qu-Quella bisogna averla-la sempre-e-e" sentenziò il vecchio pellegrino dalla molte cicatrici. "Ecco perchè so-so-sostengo siano tu-tu-tu... ah per la miseria... tu-tutte baggianate!"

"Vecchio pazzo, se vuoi sottovalutare il problema, accomodati, ma non chiedere agli altri di seguirti!". Chi aveva parlato era una donna completamente ammantata di nero da testa a piedi. Da sotto una delle maniche invece di una mano usciva quella  che sembrava essere un artiglio metallico ed uno dei due piedi non era ricoperto da una scarpa, in quanto anche questo era sostituito da un escrescenza metallica.

Gli animi si stavano surriscaldando, forse anche complice il liquore che stava girando di bicchiere in bicchiere, quando improvvisamente tutto sembrò quietarsi.

 I racconti di quelle strane morti tennero sveglio il campo ben oltre la solita ora. Alla fine però, tutti si coricarono, comlice anche il bel cielo stellato, speranzosi di vedere un nuovo giorno. Non prima però di aver suddiviso la notte in turni di guardia. Nonostante i tanti timori della notte precedente, tutti si svegliarono carezzati dal sole del mattino e non da un freddo pugnale alla gola. Ancora una volta l'antico detto "Nel corso del Cammino è saggio chi dorme con l'amico vicino", sembrava aver portato bene a quel gruppo di Pellegrini. Mentre il campo veniva smantellato, si udì distintamente, anche se in lontananza, il suono di un gruppo di creature in movimento.

"FLO-FLORAAA!" chiamò il vecchio balzuziente.

La donna, mamma del ragazzino che la sera prima aveva svelato a tutti la sua vista potenziata artificialmente, accorse impaurita fosse successo qualcosa al suo piccolo. Il vecchio la tranquillizzò e le chiese di osservare all'orizzonte se riuscisse ad intravedere qualcosa. La donna si mise le mani intorno agli occhi per proteggerli dalla bassa luce del sole, ed iniziò ad osservare in direzione dei rumori. 

"Non vedo nulla... eppure a giudicare dai rumori dovrebbero essere molti..."

"No-No-Non ti basare sull'u-u-dito. Usa la vi-vi... per la fottutissima... usa la vista!"

La donna rimase in silenzio per alcuni secondi.

"Uno scutimorfo... è solo uno... laggiù!" disse indicando con il dito indice in direzione di Bosco Fasullo.

"Sopra ci sono due individui..." aggiunse.

Un mormorio perplesso di diffuse nell'aria. Nessuno aveva mai sentito parlare di gente in groppa agli scutimorfi, disgustosi insetti giganti che se ne stanno attocigliati ai tronchi degli alberi.

 

Non ci volle molto prima che la creatura ed i due "cavalieri" giungessero nei pressi dei Tumuli Bocca. Non appena videro i Pellegrini si fermarono, proprio tra la struttura di metallo ed i tumuli. Le zampe dell'animale, a dispetto del grande frastuono che producevano, toccavano appena terra. Uno dei due giovani in groppa era un uomo, ferito, anche se non in modo fatale. L'altra era poco più che una ragazzina, visibilmente sconvolta. I due erano evidentemente gente del posto. Nessuno dei due aveva il marchio del Pellegrino ed i loro indumenti non erano sporchi del classico pulviscolo blu-verde.