IL BEALE DI BOREGAL - 02/09/2020 NE - BoHr

Vedere Bohr dormire era qualcosa di abbastanza inquietante, come se vederlo di giorno, da sveglio, fosse invece cosa piacevole. Dormiva supino, disteso, dritto come un fuso, con le braccia incrociate sul petto a stringere il mantello o la coperta a seconda della stagione e gli occhiali sempre calati sugli occhi. Si coricava la sera e si vegliava nella medesima posizione al mattino. Tipicamente si svegliava molto presto, prima di Koli e Kambrian, e prima ancora di lui si svegliava Schroedinger.

Il rituale del risveglio prevedeva alcuni esercizi fisici per riprendere la mobilità degli arti rimasti nella stessa posizione per tutta la notte, due coccole al seskii (unico e raro momento di emozione vera manifestato dal tech) e poi quello che i suoi compagni di viaggio avevano battezzato come il "rituale della luce". Bohr estraeva dal proprio contenitore la candela che non si spegneva mai, si sedeva a gambe incrociate, portava le mani alle ginocchia e chiudeva gli occhi, forse, questa era la supposizione di Koli, visto che gli occhi non si vedevano. Kambrian invece sosteneva che Bohr non avesse occhi. Il "rituale della luce" durava dai dieci ai trenta minuti, e nessuno sapeva cosa facesse in quella posizione tutte le mattine.

 

Anche quella mattina non fu da meno. Non appena terminato il rituale si apprestò a ritirare il proprio giaciglio, come prima cosa la candela, quando sentì il trambusto generato da quelle che potevano essere diverse creature in movimento. Subito voltò lo sguardo al seskii, che era nervoso, ma non allarmato. Bohr si fidava molto dell'istinto del suo compagno. Sentì le prime parole di Flora e subito ne rimase incuriosito, smise di preparare il giaciglio. Sollevò il capo e si alzò in piedi. Cercò di guardare all'orizzione nella direzione che Flora stava indicando con il dito. Dapprima non vide nulla. Poi man mano che la creatura si avvicinava, ecco che la sua sagoma si fece sempre più visibile e riconoscibile. Era davvero uno scutimorfo. Serioso aggrottò la fronte e chinatosi nuovamente a terra iniziò a ritirare la sua roba in maniera veloce ed arraffazzonata, pur di fare in fretta. Prese lo zaino sulle spalle con ancora la coperta che usciva da uno dei lati, alcune cose appese alla rinfusa e si mosse con passo molto svelto per arrivare tra i primi nel momento in cui la creatura ed i suoi due giovani cavalieri si fermarono tra i pellegrini.

Senza battere ciglio si fece avanti. Non aveva mai visto qualcuno cavalcare creature come lo scutimorfo. La cosa lo incuriosiva tantissimo. Guardò il ragazzo, ferito, ma non badò alla ferita. Guardò la ragazza. Sembrava sconvolta. La cosa non gli importava molto. Era terribilmente incuriosito in merito a come facessero due ragazzi a cavalcare uno scutimorfo. Anche lui era abile nel controllare le bestie, ma non sarebbe mai riuscito a controllare a quel modo uno scutimorfo. Doveva sapere. Se ne fregò di tutti quelli che lo circondavano. Fermatosi a pochi passi dai ragazzi parlò.

"Per tutti gli spiriti e la loro voce, come diamine ci riuscite? Come riuscite a controllarlo?".

Fece una pausa rendendosi conto di aver iniziato in una maniera troppo diretta. 

"Vieni Schroedinger...". Fece allora cenno al suo Seskii di avvicinarsi. Voleva dimostrare ai due di essere buono con gli animali. S'inginocchio ed iniziò ad accarezzarlo.

"Gli spiriti vi possano essere sempre propizi, giovani cavalieri. La voce della terra mi dice che siete molto fortunati ad avere una cavalcatura come quella. Come lo avete addrestrato? Non ci crederei se non lo vedessi con i miei occhi!"

Bohr tentò anche di sorridere, cosa che però gli riuscì particolarmente male.

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